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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

‘Perché essere felice quando puoi essere normale?’ di Jeanette Winterson

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È pura curiosità quella destata dal titolo insolito, il quale sembra rispecchiare un malessere diffuso nel genere umano. La normalità dettata dai canoni del quieto vivere, dagli stereotipi della vita regolare, dai dettami di norme implicite e condivise. E la felicità che, si pensa, potrebbe derivare dall’inusuale, dall’insolito, dal non convenzionale. Insomma, dai vissuti forti che generano emozioni, e che ci fanno sentire vivi, che producono flessioni di quella linea dritta che spesso rappresenta le nostre vite, intrise di una quotidianità piatta. Piattezza. E’ questo forse l’aggettivo che meglio caratterizza il romanzo, un romanzo che in realtà è una storia di vita. La piattezza dello stile. Frasi brevi, spezzettate, enunciati che portano da uno stato all’altro, da un luogo all’altro, da un tempo ad un altro, dove il re indiscusso della variegata punteggiatura disponibile per la lingua scritta è proprio il punto. La piattezza dei vissuti espressi. Un costante senso di vuoto