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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Rotolando verso me

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Non c'è meraviglia più grande che aprire gli occhi al mattino e vedere il tuo dolce viso.  È come essere accarezzati da un tiepido raggio di sole, come avere il buongiorno da una farfalla che delicata mi sfiora la pelle con le ali, come aprire le narici al profumo di un fresco fiore selvatico. Mi sveglio e ti guardo, piccola come sei, con le lunghe linee degli occhi chiusi, il nasino perfetto e la bocca di fragola; i ricci ribelli che si espandono sul cuscino, in un'aura dorata che ti incornicia il visino dalla forma e dal profumo di mela; la fronte spaziosa che immagino nasconda sogni di bimba, fatti di fate e streghe, mare e sabbia, pesciolini e tartarughe, ritornelli e ritmi. Un pancino rotondo, le braccia morbide, le gambe lunghe e distese, le manine ed i piedini da baciare e mordicchiare. Dormi beata nell'amore delle persone che ti adorano. E quando spalanchi gli occhi, un mare cristallino mi inonda.  Mi guardi, già sorridente, scrutando il mi

Pink

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Amo le donne. Amo i loro lunghi colli affusolati che d'estate si scoprono dai vestiti e dai capelli e spargono un odore di freschezza. Potrei impazzire quando osservo il modo in cui, con estrema nonchalance, legano le soffici chiome fluenti in nodi perfetti quanto improvvisati, che lasciano cadere distrattamente qualche ciocca sulle spalle o sul viso. Con delicatezza scostano piccoli ciuffi ribelli dagli occhi e li raccolgono con maestose piroette delle mani dietro le orecchie. Amo i loro occhi scrutatori e pensierosi, che sorridono ammalianti all'incrocio con un estraneo. Le labbra polpose, rosee e attraenti, che si schiudono dolcemente poco prima di emettere i suoni profumati delle loro corde vocali. Posso sentire il fruscio della lingua che le bagna di saliva quando parlano troppo. Le morbide mani curate accarezzano il mondo, l'aria e la luna. Gli ampi ventri accoglienti sono il ricettacolo di pensieri, emozioni e sentimenti. Li sentono dentro, pensieri

Toli-Toli

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Dedicato a chi... Si sveglia al mattino con un sorriso candido ed imperturbabile; a chi apre gli occhi e sta già in moto per una nuova giornata, vigile e scattante per non perdere neppure un attimo di vita. A chi accoglie ogni risveglio con le braccia aperte, la curiosità di scoprire, la voglia di correre ed il desiderio di cantare. A chi un nuovo giorno è diverso dal precedente, perché vede aspetti della realtà sempre nuovi e si predispone a cogliere con il giusto entusiasmo la bellezza e l'unicità di ogni petalo di mille fiori della stessa specie eppure vari. A chi la creatività è talmente incontenibile che sprizza dalla testolina ed esplode anche nella indomabilità della soffice chioma. A chi la sete di conoscere si manifesta nell'analisi delle componenti più piccole della realtà, perché ciascuna monade ha una vita a sé ed è un micro-cosmo nel grande ed unico cosmo di sintesi. A chi così presto ha saputo riconoscere l'ironia e farla propria,

La luna e Layla

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Layla aveva lo sguardo di chi la sa lunga. Due occhi neri profondi, dal taglio orientale, sottolineati da sopracciglia perfette che ne seguivano il contorno allungandosi verso le tempie; ciglia lunghissime che si aprivano come ventagli di Siviglia e sbattevano delicatamente con le palpebre in sinergia con ogni parola che proferiva, quasi a voler rimarcare il ritmo dei suoi discorsi.  La pelle doppia e scura, liscia e profumata, era un involucro perfetto per contenere i segreti della sua anima; celava gelosa i tumulti che scorrevano nelle vene pulsanti delle più disparate emozioni. I capelli erano l'unico segnale evidente della sua vivace irrequietezza: cambiavano colore e taglio ogni volta che cambiava il vento. Ed ultimamente il ciuffo che ribelle le copriva l'occhio sinistro le conferiva un'aria di insicurezza che proprio non le si addiceva. Occhio sinistro come sinistri erano alcuni dei suoi pensieri.  Li nascondeva bene riempiendo ogni attimo del tempo – dimensio

Calore d'infanzia

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Ricordo sensazioni olfattive di fumo di stufa miste all’acquolina di bambina stimolata dal profumo di cene caserecce.  Ricordo la casetta di mia nonna. Un piccolo nido familiare capace di mescolare entusiasmi incontenibili di bambini ubriachi negli echi di risate domestiche.  Quella casetta nascondeva in ogni suo angolo, sotto i letti, nei cassetti della biancheria, nelle dispense, sotto il tavolo, innumerevoli storie di tradizioni popolari, che all’occorrenza venivano rievocate e raccontate a noi bambini nelle serene riunioni di famiglia.  È nitida nella mia mente l’immagine della nonna che con convinzione e decisione prendeva la scopa dal ripostiglio per accomodarla davanti alla porta ogni notte di Natale, prima di spegnere le luci ed invitare tutti ad andare a letto.  «Durante la notte di Natale, si muovono nel buio strane creature, figlie delle tenebre che escono allo scoperto solo in certi giorni dell’anno. Sono creature femminili, eteree, dagli occhi infossati e dai

Punti di vista

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«Davvero credi che sia tu ad essere sbagliata?». Annette rimase un minuto in silenzio; roteava lo sguardo nel vuoto allo stesso modo in cui roteava il contenuto della tazza in cerca di una risposta. Anzi, ce l’aveva la risposta, ma sperava che dalla sua bocca sarebbe uscita una verità comoda piuttosto che la verità di cui era convinta. «Vedi, George, è che io sono abituata a mettermi in discussione, sempre. Tu la chiami insicurezza; per me è solo mettersi costantemente in gioco; non riesco ad essere immune al punto di vista altrui, ho bisogno di considerarlo per avere una comprensione più reale delle cose». Intanto tamburellava con le dita sul tavolo e agitava smaniosamente, con un ritmo forsennato e sistematico, la gamba destra. «Ancora una volta, ci stiamo riferendo allo stesso concetto dandogli un nome diverso. Quello che tu chiami essere aperta a considerare il punto di vista degli altri, per me è volere a tutti i costi ricevere la loro approvazione – aggiunse George