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Visualizzazione dei post da 2016

Occhio, malocchio, prezzemolo e... che pastrocchio!

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Siete concentrati a fare qualcosa e qualcuno, appollaiato come un gufo, vi osserva con attenzione. State per vivere qualcosa di bello e qualcuno afferma: "Beato te!", magari con tanto di pacca di accompagnamento sulla spalla . Siete occupati a sperare che un avvenimento importante vada per il verso giusto e qualcuno, con sorrisetto beffardo, convinto afferma: "Ma sì che andrà tutto bene!" oppure un gatto nero attraversa repentino la strada (e aspetterete fino alla pensione che qualcuno pass i prima di voi) . I più superstiziosi potrebbero reagire mettendo in atto gesti scaramantici e rituali di protezione.  Tralasciamo per un momento gli esiti delle sopra citate vicende. Si tratta di situazioni che richiamano alla mente una certa entità astratta, che corrisponde, nel vocabolario di ciascun o, ad una definizione.    Alcuni la chiamano malocchio . Altri, meno folkloristicamente, la chiamano invidia . Io la chiamo energia negativa . Ma quindi , ne ll

Bello e impossibile?

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Alcune piacevoli coincidenze mi hanno indotto a cimentarmi in questo - probabilmente - noioso post. Come l’immagine lascia inferire, l’argomento è Benedict Cumberbatch. E se non avete voglia di leggere, potete sempre ammirare la foto! Qualche settimana fa, mio marito è tornato a casa con le prime tre stagioni di Sherlock. Mi ha invitato, entusiasta, a vederlo insieme. Pur dissimulando , ero in realtà molto scettica, visti i nostri gusti per certi aspetti diversi. Tuttavia, liberandomi dai pregiudizi, mi sono lasciata trascinare, ed è bastato il primo episodio per farmi appassionare alle vicende del “geniaccio” – come viene spesso definito dai personaggi che popolano la serie – e del suo fedele collaboratore, il dr. Watson. Qualche giorno dopo, in edicola mi sono imbatt uta in una accattivante copertina raffigurante proprio Cumberbatch, in posa da grande seduttore e, devo ammettere, leggermente diverso da come appare nei panni di Sherlock Holmes. Incuriosita - e d

Grazie Benedict!

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  Ripartiamo da Cumberbatch. Non ho mai affrontato, sul blog, temi di attualità.  Bene, grazie a Cumberbatch, ho rivalutato questa opportunità.  Un fenomeno mondiale come lui (ho da poco appreso) non può passare inosservato. Soprattutto perchè mi ispira una serie di osservazioni e di commenti. Questo blog ha a che fare con la cul tura, lato sensu .  Che c'entra Mr. Benedict con la cultura? C redo che, in fondo, l’attualità possa considerarsi la fotografia della cultura di una società, che di volta in volta elegge una tematica, facendola volare sulla cresta dell’onda.  Sia che si tratti di argomenti seri (politica, religione, eventi locali, nazionali o internazionali, cronaca), sia che si tratti di tematiche ricreative (calcio, spettacolo e quant’altro), la questione in voga riesce sempre a stimolare dibattiti, costruttivi o sterili, all’interno dei quali ciascuno si cimenta a tirar fuori lo spirito critico che sono sicura appartenga a tutti, e che dovremmo, forse, coltiv

La lingua italiana: questa grande sconosciuta?

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Lo ammetto: sono molto, troppo pignola. Ne prendo atto quando alcuni colleghi mi punzecchiano, enfatizzando la portata dei miei commenti di fronte ad uno spazio dopo un apostrofo o prima di una virgola, ad un "qual è" apostrofato, e persino all'accento sbagliato su "affinché" (cavolo, lo segnala anche il correttore automatico quando non è stata digitata la "e" accentata corretta!). Mi canzonano affermando che mai e poi mai vorrebbero trovarsi nei panni di un eventuale mio figlio, in età scolare, al momento di scrivere una letterina a Babbo Natale. Mi prospettano un bambino che piagnucola, terrorizzato dalle virgole, dagli spazi e dall'ortografia, preferendo di gran lunga non ricevere regali piuttosto che dover essere continuamente corretto, anche per errori banali. Lo ammetto: sono molto, a volte troppo intrasigente.  Ma non sono intransigente su qualsiasi cosa. Lo sono solo su certe tematiche. Per esempio, sul consapevole e corretto ut

Par condicio e Psicologia politica

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In Italia, soprattutto in prossimità delle elezioni, si parla molto di par condicio , ovvero di quella legge, la n. 28 del 2000, che regola la visibilità dei partiti politici attraverso i mass media, garantendone l’equità dei tempi di comparsa, e le sanzioni nel caso in cui tali regole vengano violate. Tuttavia, la legge non regola le modalità di comparsa, ovvero come i rappresentanti di ciascun partito politico vengono intervistati, le domande che vengono loro poste, sia in termini di modalità che di contenuti, il modo in cui vengono concessi i turni di parola e così via. A tal proposito, un certo numero di studi anglosassoni si sono focalizzati sulla tipologia di domande poste dagli intervistatori ai politici, sottolineando come il modo spesso evasivo di rispondere di questi ultimi non sia dovuto a loro caratteristiche intrinseche, bensì al tipo di domanda posta, che ha lo scopo di mettere il politico in cattiva luce, qualsiasi opzione di risposta scelga di dare. Alla luce

L’uomo che osservava i bambini: John Bowlby e la Teoria dell’attaccamento

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C’era una volta, non molto tempo fa, un uomo che incuriosito dal comportamento infantile. Osservava i bambini degli orfanotrofi londinesi, per cercare di studiare gli effetti della deprivazione materna sulla loro crescita. Insomma, voleva vederci chiaro sullo sviluppo psicologico. Pensava che la teoria di Freud non fosse poi così strampalata, ma, tra le altre cose, aveva bisogno di più consistenti dati empirici. Considerava il suo stesso pensiero come un prolungamento ed un ampliamento della teoria psicoanalitica, piuttosto che come un’opposizione ad essa. Pensava che l’uomo è pur sempre un discendente della scimmia e che dai geni il comportamento, frutto dell’evoluzione della specie, trae moltissimi spunti. Questo punto di vista lo aveva mutuato dalla teoria etologica, secondo la quale ogni specie animale porta nel suo DNA dei comportamenti innati specie-specifici, ovvero tipici di quella specie e presenti alla nascita, indipendentemente dall’apprendimento. Infine, era convi

I Disturbi del Comportamento Alimentare nell’immaginario comune

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Spesso associamo all’etichetta Disturbi del Comportamento Alimentare immagini quali la magrezza eccessiva, ben rappresentate da modelle in passerella e ballerine di danza classica. Tuttavia, i Disturbi del Comportamento Alimentare costituiscono una classe diagnostica eterogenea che include diversi tipi di psicopatologie, tra cui: l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa ed il Binge Eating Disorder, ovvero il Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Quest’ultimo è stato solo di recente formalmente incluso nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V), giunto alla sua quinta edizione. Relativamente ad Anoressia e Bulimia, che spesso insorgono durante l’adolescenza, è diffusa una quantità abbastanza corposa di informazioni, tanto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una maggiore sensibilizzazione in tal senso, grazie anche ai programmi di educazione alimentare. Ma cos’è il Binge Eating Disorder? Chi ne è affetto manifesta ricorrenti crisi bulimiche, ovve