Voli di fantasia



"Sei pronta? È ora di andare!". Quella domanda la risvegliò dall'ultimo dei suoi voli fantasiosi, nei quali Camilla era solita perdersi. 
Era rimasta imbambolata, come se stesse fissando il vuoto, davanti alla sua tazza di latte fumante, seduta su uno sgabello altissimo che la costringeva a tenere la schiena rilassata e le spalle un po' curvate in avanti. Un ciuffo ribelle sfuggito alla lunga coda di cavallo le solleticava il naso. "Fffffff!", la soffiò via infastidita, unendo le labbra all'insù.
"Camilla, il bus della scuola questa volta non ti aspetterà!". "Eccomi, mamma!", esclamò, saltando giù di fretta da quello scomodo trono; infilò il grembiule blu, afferrò il piumino fuxia e corse verso l'esterno. "Ciao! Ci vediamo a pranzo!", urlò alla mamma che attendeva il suo passaggio dalla porta, mantenendo lo zaino da infilarle al volo sulle spalle.
La bambina era tornata con i piedi per terra, recuperando il suo entusiasmo contagioso di fronte alla bellissima giornata di sole che la attendeva impaziente. 


Ma facciamo un passo indietro.
Dove si era persa, poco prima, Camilla?

Il vapore della bevanda calda sugli occhi l'aveva catapultata in mezzo alla nebbia, da cui pian piano, però, era emerso un paesaggio dai colori spettacolari e vividi. Non era di certo un luogo in cui ci si imbatte tutti i giorni, Camilla se ne era immediatamente resa conto: doveva senz'altro essere un paese incantato. Il primo dettaglio che si impose prepotentemente alla sua vista, infatti, fu un gigantesco fiore rosso, che ondeggiava di qua e di là, mostrando fiero i petali lucidi e brillanti. Insolite case alte e dall'aspetto morbidissimo svettavano dietro siepi dai colori sgargianti, su cui crescevano rigogliosi cuori di stoffa. Una volta maturi, i cuori si staccavano dalle foglie da cui traevano linfa vitale, pronti a spiccare il volo, liberi, verso l'alto. Ma la cosa più strana era lo scambio tra cielo e terra! In cielo, volavano fiori di tutti i tipi, spargendo nell'aria un profumo inebriante. Alberi sottili ed eleganti crescevano a testa in giù, appesi a fili invisibili. E in basso, al contrario, vi erano le stelle. Non erano lassù, in alto. Erano proprio sotto i piedi di Camilla. Il suolo trasparente ne mostrava la luce, visibile anche sotto strati e strati di terra. 
"Sono lì per essere coltivate, come un frutto prezioso della terra - disse il fiore gigante, di fronte allo stupore della bambina. - Ognuno può non solo guardarle quando e quanto vuole e contribuire a farle brillare sempre di più, ma può anche raccoglierne una se desidera, e farne dono ad una persona speciale che ha bisogno di ricevere luce e scintillii di vita. Lo stesso vale per i cuori. Essi volano liberi finché non incontrano qualcuno che ha dimenticato cosa significhi avere un cuore vero: è proprio allora che si tuffano in quei petti vuoti, per farli battere di una nuova vitalità".

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