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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Par condicio e Psicologia politica

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In Italia, soprattutto in prossimità delle elezioni, si parla molto di par condicio , ovvero di quella legge, la n. 28 del 2000, che regola la visibilità dei partiti politici attraverso i mass media, garantendone l’equità dei tempi di comparsa, e le sanzioni nel caso in cui tali regole vengano violate. Tuttavia, la legge non regola le modalità di comparsa, ovvero come i rappresentanti di ciascun partito politico vengono intervistati, le domande che vengono loro poste, sia in termini di modalità che di contenuti, il modo in cui vengono concessi i turni di parola e così via. A tal proposito, un certo numero di studi anglosassoni si sono focalizzati sulla tipologia di domande poste dagli intervistatori ai politici, sottolineando come il modo spesso evasivo di rispondere di questi ultimi non sia dovuto a loro caratteristiche intrinseche, bensì al tipo di domanda posta, che ha lo scopo di mettere il politico in cattiva luce, qualsiasi opzione di risposta scelga di dare. Alla luce

L’uomo che osservava i bambini: John Bowlby e la Teoria dell’attaccamento

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C’era una volta, non molto tempo fa, un uomo che incuriosito dal comportamento infantile. Osservava i bambini degli orfanotrofi londinesi, per cercare di studiare gli effetti della deprivazione materna sulla loro crescita. Insomma, voleva vederci chiaro sullo sviluppo psicologico. Pensava che la teoria di Freud non fosse poi così strampalata, ma, tra le altre cose, aveva bisogno di più consistenti dati empirici. Considerava il suo stesso pensiero come un prolungamento ed un ampliamento della teoria psicoanalitica, piuttosto che come un’opposizione ad essa. Pensava che l’uomo è pur sempre un discendente della scimmia e che dai geni il comportamento, frutto dell’evoluzione della specie, trae moltissimi spunti. Questo punto di vista lo aveva mutuato dalla teoria etologica, secondo la quale ogni specie animale porta nel suo DNA dei comportamenti innati specie-specifici, ovvero tipici di quella specie e presenti alla nascita, indipendentemente dall’apprendimento. Infine, era convi

I Disturbi del Comportamento Alimentare nell’immaginario comune

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Spesso associamo all’etichetta Disturbi del Comportamento Alimentare immagini quali la magrezza eccessiva, ben rappresentate da modelle in passerella e ballerine di danza classica. Tuttavia, i Disturbi del Comportamento Alimentare costituiscono una classe diagnostica eterogenea che include diversi tipi di psicopatologie, tra cui: l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa ed il Binge Eating Disorder, ovvero il Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Quest’ultimo è stato solo di recente formalmente incluso nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V), giunto alla sua quinta edizione. Relativamente ad Anoressia e Bulimia, che spesso insorgono durante l’adolescenza, è diffusa una quantità abbastanza corposa di informazioni, tanto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una maggiore sensibilizzazione in tal senso, grazie anche ai programmi di educazione alimentare. Ma cos’è il Binge Eating Disorder? Chi ne è affetto manifesta ricorrenti crisi bulimiche, ovve