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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Rimedi di bellezza

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Antonia ha in agenda un importante impegno lavorativo. E' impiegata nel customer service di una famosa compagnia che opera in ambito turistico. In azienda se ne parla da mesi e, ahimé, è proprio arrivato il fatidico giorno.  Domani la sua faccia - sì, proprio quella che ogni giorno lo specchio le restituisce solcata da profonde occhiaie, piccole quanto odiose imperfezioni e capelli spenti come il suo sguardo alle sei del mattino - sarà proiettata nelle più affollate stazioni dei treni, alla mercé di viaggiatori curiosi in cerca di sfiziosi passatempo. La prospettiva di mostrare la sua faccia a tante persone di certo non la entusiasma. Al contrario, è terrorizzata dall'eventualità di ritrovarsi vittima indifesa delle solite incontrollabili vampate di calore che la rendono simile allo stop di un semaforo: diventa inevitabilmente tutta rossa, dalla radice dei capelli sulla fronte al petto. E, diversamente da quanto accade di solito, questa volta non potrà di certo nascondere

Melting Pot

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Varcando quella porta, le sembrò di entrare in un'altra dimensione. La strada che conduceva alla casa era in penombra; emanava esalazioni di leggera umidità estiva e profumava di fiori notturni. Nell'aria si sentivano solo il ticchettio dei sandali e le espirazioni di fumo di sigaretta. Miriam percepiva che man mano che si avvicinava a quell'incontro le sue gambe diventavano più leggere, il cerchio alla testa si allentava, le palpebre non erano più così calanti e l'angoscia che era solita portarsi dietro ovunque andasse le aveva concesso un attimo di respiro a pieni polmoni. Certo, si sentiva strana, perché l'evento era a dir poco insolito; non sapeva cosa aspettarsi e, anche se l’effetto sorpresa non le dispiaceva poi più di tanto, sentiva in circolo tutta l'adrenalina che il suo corpo fosse in grado di produrre. Durante la lenta agonia, Marco aveva ripensato quotidianamente a tutte le persone capaci di lasciare un segno nella

L'arte di essere bambini

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Seguirò la vostra natura, guardandovi le spalle;  da voi posso imparare ciò che, altrimenti, neppure riuscirei a vedere.

Agnello di Dio, che non togli i peccati del mondo

Da qualche anno non mangio agnello. E chissenefrega? Benissimo, concordo. Ma trovo riprovevole che ci siano persone che godono nell'affermare con fierezza e spirito "alternativo" quanto l'agnello sia buono, con tutte le ricette annesse. Ora, voi direte: chi è contro la mattanza degli agnelli può rompere le scatole riempiendo le bacheche con strappalacrime motivazioni salva-cuccioli, mentre chi mangia l'agnello non può manifestare il piacere del proprio palato a divorarne suc culente costolette? Punto primo: io non ledo nessuno, pubblicando foto di un cucciolotto che dorme teneramente o succhia il latte dalla mammina. Chi afferma che l'agnello è ottimo, invece, urta profondamente la mia sensibilità, riportando alla mia mente la scena del piccoletto che a 20 giorni viene strappato all'amore della mamma, ammassato con altri piccoli innocenti e trasportato con crudeltà al mattatoio, dove morirà piangendo, urlando, disperandosi e spesso senza essere neppure sto

I pensieri che si diffondono

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Ancora assonnata, esco di casa. Contemporaneamente, il mio vicino, uscendo, chiude la porta. Lo saluto con un timido cenno del capo. Eccola. Sempre di corsa, tutte le mattine. Che ansia che mi trasmette. Questo cancello è diventato pesante da aprire, non scorre agevolmente nella guida. Occorre del lubrificante. Devo ricordarmene al mio rientro. Parto, attraversando una parte del centro del paesino, dove studenti che dormono ancor più di me aspettano l'autobus alla fermata.  Incrocio il signore con il cappello, che cammina spedito e, vedendomi, sorride di sottecchi. Buongiorno signorina, vada adagio, che la strada è scivolosa per l'umidità della notte. Alla seconda curva, il padrone del pastore tedesco insegue, goffo, il cane giocherellone che sfreccia nell'ampia piazzola del campo di calcio. Corri, Arnold! Hey, ti prendo, sai? Vieni qui, fatti accarezzare questo testone. Accidenti, già le 7.30. Andiamo, su, che devo anche fermarmi a fare rifornimento. Qu

'La solitudine dei numeri primi' di Paolo Giordano

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Più di una persona, di fronte alla copertina del libro che avevo tra le mani, ha espresso disappunto, sostenendo che si trattasse di una storia triste.  Non capivo il perché.  D'altra parte, io credo che certe rappresentazioni non facciano altro che ritrarre la realtà. Quella che stavo leggendo mi sembrava solo una storia di vite che si incrociano, si sfiorano  e si intrecciano in modo anomalo, destando la mia curiosità di lettrice. Mi è piaciuto l'incipit, in cui i due protagonisti vengono fotografati singolarmente, in modo schietto. Mi è piaciuto anche il modo in cui la storia prosegue, attraversando gli anni, affrontando gli inevitabili cambiamenti, raccogliendo pezzi di vita ed evidenziando ciò che invece resta immutato nel tempo. Soprattutto nella prima parte, devo ammetterlo, mi sono lasciata condizionare dalla deformazione professionale, che mi ha portato ad interpretare le pagine come la descrizione quasi perfetta di due casi clinici. Alice, di nome e di fatto

Il pensiero libero

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Ricordo perfettamente il giorno in cui, tornando a casa, ringraziai i miei genitori per avermi insegnato, sin da piccola, ad agire secondo quello che mi diceva la mia testa e lasciando perdere, per quanto possibile, ciò che gli altri avrebbero voluto suggerirmi o spingermi a fare. Ero completamente sconvolta dal fatto che, a venticinque anni, una persona di mia conoscenza non fosse in grado di prendere alcun tipo di posizione, scegliendo ciò che riteneva più opportuno per se stessa: da un lato i genitori, dall'altro il fidanzato. Sembrava che desiderasse che gli altri decidessero per lei, senza che fosse neppure necessario interpellarla. Ero così sollevata di sentirmi diversa da quella persona. Pensai che un ringraziamento fosse doveroso, perché quasi solo allora mi stavo rendendo conto di quanto fosse importante quella che avrei etichettato come capacità critica . Oggi, sono ancora più consapevole di quanto sia fondamentale coltivarla. Nella vita non è sempre una capacit