'Nessuno si salva da solo' di Margaret Mazzantini


Sapevo dentro di me che un libro che ci attrae tra tanti sullo scaffale di una libreria lo fa per un motivo ben preciso. È come se su di esso si accendesse una luce magnetica che lo rende libro tra una serie di parallelepipedi accuratamente impilati. 
Tutto il resto è buio e quella luce diventa più forte quando apriamo la copertina e leggiamo la trama. 
In quel momento, diventiamo consapevoli del fatto che il libro ha scelto proprio noi, in mezzo ai corpi occhialuti e stralunati che popolano gli scaffali, e non viceversa.

Questo romanzo è stato come una lampadina accesa su un pensiero ancora inconsapevole, che covava già da tempo nella mia mente. I libri che leggiamo ci piacciono solo se li leggiamo nel momento giusto. Perché riconosciamo alcuni luoghi descritti; perché la trama ci evoca qualcosa di familiare; perché gli stati d'animo riportati hanno popolato la nostra emotività; perché le vicende sono nostre o semplicemente perché diventiamo noi i protagonisti della storia.
Avevo già provato questa sensazione quando ho letto Stoner di John Williams, romanzo su un mondo che mi è molto familiare, ambientato in un altro tempo eppure così attuale, testimonianza della staticità di certe dinamiche.

Nessuno si salva da solo: non poteva esserci momento migliore per leggerlo. Ragion per cui ho lasciato che questo commento al libro fosse molto meno impersonale degli altri precedentemente pubblicati sul blog. Un commento scritto tutto d'un fiato, come tutto d'un fiato ho letto il romanzo, forse perché mancante della struttura in capitoli (cosa che peraltro io non amo particolarmente; ho sempre bisogno di struttura, di ordine, di classificazione, per trasporre la realtà  alla mia mente).
Se il mio è un blog di emozioni da scrivere, allora emozione sia; ma l'emozione non può essere impersonale. Vive perché qualcuno la prova, e nel sentirla, nell'etichettarla, nel riconoscerla e nel condividerla quel qualcuno ci mette dentro qualcosa di sé.

Il romanzo appare come una storia di tutti i giorni, una storia intima, in cui, però, non è difficile entrare. Ci si tuffa a capofitto nella casa dei protagonisti, nella loro vita, nei loro pensieri coscienti e anche reconditi, nelle sensazioni più viscerali, nei cambiamenti di vita comuni a tutti, eppure personali, visceralmente legati all'individualità di ciascuno.


Un'unica ambientazione, una sola unità temporale, una coppia di persone, a tratti fuse in un unico corpo, sono sapientemente intervallati da un passato, remoto e prossimo, che restituisce un senso al momento attuale
Allo stesso identico modo, il libro restituisce un senso al momento attuale di chi lo legge.  

Il segno che mi hai lasciato...

E' quello che gli uomini fanno, le aveva detto la sua amica Alberta, davanti alla nostra sofferenza. Scendono a portare fuori il cane, vanno in palestra.

In una parola: 

Invischiato



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