La folla
Una folla da delirio. Volti
anonimi mi trascinano in una direzione a senso unico come un fiume in
piena.
Non mi sembra che io stia
usando i miei piedi per muovermi; ho la sensazione di scivolare su pattini a
rotelle che non controllo. Mi guardo intorno e penso che tutto sommato non è
male questo stato. I volti anonimi hanno espressioni piuttosto allegre. Sono
vestiti di colori sgargianti ed hanno occhi brillanti. Magari l'ondata di gente
mi porterà in un bel posto.
Tuttavia non riesco a lasciarmi
andare perché mi sento soffocare. L'aria non circola nel fitto reticolo umano.
Riprendo il controllo dei miei piedi e della mia testa e, cercando di
divincolarmi, tra gli spintoni, trovo riparo in un angolino, dove posso respirare
aria, decisa a rilanciarmi nell'ondata non appena i miei polmoni e la mia pelle
saranno sazi di ossigeno.
Continuo a guardarmi intorno
incuriosita. È sera ma è caldo; mi sento come se fossi chiusa in un'enorme
campana di vetro. Alzo gli occhi al cielo
in cerca di una stella, e ne vedo tre. Penso che sia un buon segnale.
Sento la sabbia fresca sotto le
piante dei piedi bollenti. Abbasso la testa e mi accorgo di essere scalza.
Incredula, mi guardo intorno. Nella folla scorgo una testa di capelli scuri.
Vedo solo lui e il resto della massa diventa una distesa di corpi eretti tutti
uguali. Potrei riconoscerlo tra milioni di corpi, il suo. È alto e slanciato.
Ha un odore che scalda il mio olfatto e lascia nell'aria una scia immaginaria di
molecole rarefatte, che non posso non seguire. Si muove in un modo
magnetico che solletica la mia pelle con sensazioni inattese, fresche, pungenti, intense.
Lui si volta al mio implicito
richiamo e mi guarda con i suoi occhi brillanti. Ma lo sguardo non è quello di
sempre: profondo, ammaliante, cupo e sicuro, misterioso, compiacente e
compiaciuto, complice. Il suo braccio non mi afferra per la vita e mi avvicina
con decisione a sé. Le sue labbra non sono calde. I suoi denti non mi
mordicchiano. Le sue dita non mi accarezzano, come a suonare il mio corpo che è
un pianoforte.
Mi volta le spalle e continua
per la sua direzione, perdendosi nella folla e cancellando volutamente ogni
traccia di sé.
Non sento più il suo odore. Mi
sento smarrita, ora. Ma non mi viene da chiedermi il perché. Non ne ho il
tempo, ora, perché d'istinto apro gli occhi.
Mi volto e lui dorme, ignaro, proprio accanto a me.
Era solo un sogno.
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