'La ragazza del treno' di P. Hawkins




Certi libri non riesci a chiuderli prima di essere arrivato all'ultima pagina. So che è l'effetto che "La ragazza del treno" ha avuto per molte persone, ragione del suo successo.
La cosa strana è che non mi ha particolarmente emozionato, come è successo, ad esempio, con "Magari domani resto" di #Marone. Non mi ha particolarmente sconvolto, come accade con #Ammaniti e non ho riscontrato uno stile linguistico particolarmente impressionante, come mi è successo con #Torregrossa.
Eppure ero lì, a continuare a leggere, anche quando il sonno mi chiudeva gli occhi, anche quando il viaggio da pendolare era finito; ed ero lì, a continuare a pensare ai personaggi ed alle vicende, anche quando avevo chiuso il libro.


Una storia estremamente coivolgente, che tiene letteralmente incollati sulle pagine, le quali scorrono veloci e senza fatica. Una storia raccontata da occhi femminili, che narrano in prima persona. 

Forse sarà stata anche la struttura del romanzo a colpirmi, per certi versi sovrapponibile a quella del mio #romanzo (#Tolidà)... ma non mi giudicate come presuntuosa!










Il segno che mi hai lasciato:  
Sentirsi vuoto: lo capisco perfettamente. Comincio a credere che non esista una soluzione. L'ho imparato dalla psicoterapia: i buchi della vita non si chiudono più. Devi crescere intorno a loro, come le radici che affondano nel cemento, e devi rimodellarti intorno alle crepe.

In una parola: Magnetico

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