'Sono contrario alle emozioni' di Diego De Silva


Quasi quasi ci prendo gusto ad accettare i libri in prestito.
Come per Non è la fine del mondo, anche l'avvicinamento al geniale De Silva mi è stato caldamente suggerito, enfatizzato da un vivido entusiasmo. Il volumetto è giunto a me dopo una distensiva chiacchierata di confronto su libri letti e da leggere. Quanto può rendermi felice una tale conversazione? Impossibile quantificare.

Avevo già in libreria "Non avevo capito niente", ma qualche anno fa i monologhi dell'avvocato Vincenzo Malinconico, a dire il vero, un po' mi annoiavano. Blasfemia?
Sicuramente quelli di De Silva costituiscono una tipologia di romanzo molto diversa da ciò che leggo di solito (narrazioni classicamente intese, seppur con le varianti del caso).
Piccoli capitoli con titoli assai evocativi si susseguono, presentando un'alternanza di monologhi, lotte conversazionali con se stesso, dialoghi con lo strizzacervelli e brevi accenni a vicende relative alla sfera relazionale del protagonista. L'occhio analitico dell'avvocato scandaglia poi  alcune canzoni cantate da Raffaella Carrà: con interessanti argomentazioni, mette in evidenza i testi sfacciatamente scandalosi eppure mai contestati. Inni alla libertà di pensiero, di azione, di immaginazione, all'opposto di quanto accade al protagonista, prigioniero inconsapevole di quelle emozioni che non tollera, che non accetta e che non vuole vivere.
È come se in tutti questi scenari la stessa persona lottasse sempre con una forza avversa, che si tratti dell'altro sé, dello strizzacervelli o della donna con cui è appena stato a letto.
 
Sembrerebbe, per quanto detto finora, che vi stia parlando di un libro drammatico. Tutt'altro. Le pagine sono scorrevoli e tragicomiche. Io le ho trovate divertenti, e non certo per una punta di sadismo che mi fa ridere delle possibili vulnerabilità altrui; piuttosto, semplicemente perché i meccanismi descritti, i pensieri, i comportamenti sono realistici, verosimili e conosciuti (sarà che il protagonista mi ricorda qualcuno che conosco?). 

Nei monologhi in cui riflette sulle dinamiche umane, l'avvocato è capace di cogliere caratteristiche particolari che diventano, paradossalmente, universali per quella categoria, come succede, ad esempio, nella descrizione del 'trasferito'.
Alcune pagine sembrano veri e propri sketch comici, da cabaret. [Riferito alle emozioni] Oh, ho detto, e basta! Ma chi credete di essere? Chi vi conosce? Delle vecchie bacucche scongelate, ecco cosa siete. Sempre lì a imbellettarvi, a riproporvi, a toccare dove non dovete. Stavo solo cercando di disertare dalla razza umana per un po', non c'era ragione di sentirmi prima nostalgico, poi entusiasta, poi deluso in amore, poi felice e tutta quella gamma di sfumature lì. Io lo butto questo cazzo di MP3.
Altri passaggi sono semplicemente delle trovate geniali, che ben rappresentano l'intimo imprecare umano: A questo punto, volendo comportarmi da quel gentiluomo che so di essere, dovrei invitarla a farsi quella lunga collezione di reperti archeologici che una volta furono i cazzi suoi. 

Tutte le emozioni che scaturiscono dagli scenari descritti e anche da quelli di cui volutamente il protagonista non parla, sono affrontate, nel tentativo di sminuirle, con una leggerezza che fa ridere di gusto.

Sono sicura di aver fatto confusione nella corretta sequenza alla quale attenersi per immergersi nelle vicende dell'avvocato Malinconico ed attendo con curiosità le dritte di altri lettori, che sicuramente sono illuminati in proposito, essendo De Silva uno scrittore famoso e molto apprezzato.

C'è una sola domanda, per concludere, che mi sono posta e alla quale credo di saper rispondere; preciso che non si tratta di un tentativo di aprire polemiche sterili. Ma non ho potuto fare a meno di chiedermi: se fosse una donna ad utilizzare un linguaggio audace, diretto e colorito, quale quello di De Silva, sarebbe considerata ugualmente divertente?


Il segno che mi hai lasciato...
- Lei ha uno scompenso tra la sfera razionale e quella emotiva. La prima la governa, ma ha un controllo insufficiente sulla seconda. Non decodifica le sue emozioni, non le sente arrivare, non le anticipa. Semplicemente le subisce. Quando le vengono addosso, è del tutto impreparato ad affrontarle. E quelle la investono, come farebbe una macchina, o un camion.

Meglio un tre ruote, avevo pensato. 

In una parola: Geniale

Commenti