'Un dramma borghese' di Guido Morselli

[...] Ma ho disturbato tre o quattro signore precocemente impellicciate curve su una vetrinetta, annaspanti fra pile di bigné e di cannoni alla crema. Succhiano, inghiottono con eucaristica compunzione, a occhi socchiusi. Soffuse di una puerile felicità direi invidiabile, che si smentisce quando le vedo tornare ai tavolini rosse in faccia, chiudendo nei fazzoletti le bocche impiastricciate, ultimo riflesso di quella felicità, e m'accorgo che si sorvegliano a vicenda, che mi sogguardano in sospetto. Io assaporo un caffè doppio, delizioso, le osservo e capisco di essermi imbattuto in uno dei tanti 'complessi' di un popolo che si fa credere semplice, la coscienza peccaminosa delle voluttà dolciarie, tipica dei miei connazionali: mi guardo bene da attingere a mia volta nella vetrine dei bignè. Per un uomo, mangiare i dolci in pubblico significa, in Italia, confessione di poca serietà, e di almeno vacillante virilità. E' questa la ricca, ricercata, elaborata prosa ch...